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notturno 459


«Eccolo.»

Ella solleva la testa e io metto il secondo guanciale su l’altro. Mi sembra d’imitare il medesimo suo gesto pietoso.

«Va bene così?»

«Tanto bene. Grazie.»

La bontà è invertita. La sua bontà e la sua pietà riempiono il mio cuore. Ella ha ripetute le mie stesse parole, ha preso l’accento della mia gratitudine!

Di sùbito ella s’addorme, si rilascia. Non ode più. Respira appena.


È supina, ma il viso è volto a destra posato sui capelli, i piedi sono l’uno su l’altro, come quelli che un sol chiodo configge; e vedo la fibbia brillare.

Le braccia sono ripiegate verso l’alto come quelle delle vergini in attesa delle stimmate; ma le mani sono chiuse.

Ella dorme coi pugni chiusi, come