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notturno 35


Negli ultimi giorni le figure della nostra esistenza si disegnavano ingrandite sul cupo orizzonte marino. La malinconia energica del commiato inalzava il pregio d’ogni ora trascorsa.

Costanza nell’azione viva, nell’inerzia di Venezia, nella caligine della città sparente che la guerra sembrava aver vuotata perfino degli ultimi rimasugli vitali.

Doppio taglio dell’azione ogni giorno affilato, che pareva fendere la massa opaca e pigra della tristezza circostante.

La coppia virile, la coppia da battaglia, rinata nella creazione dell’ala umana, conduttore e feritore, arma d’altezza, arma celeste, maneggiata da una sola volontà, come la duplice lancia del giovine greco.

Il compagno è il compagno.

Non v’ha oggi al mondo legame più nobile di questo patto tacito che fa di due vite e di due ali una sola rapidità, una sola prodezza, una sola morte.