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notturno 443


Vidi la dolina carsica, simile a un occhio delle pàlpebre rovesce, arrossarsi di carne maciullata, per tutto l’orlo.



Sono disteso davanti alla finestra. La luna è colma. Non v’è bava di vento.

La casa di Corè è abitata dai pavoni bianchi. Non vedo se non la vasta base di pietra e gli alberi del giardino nascosto e una striscia d’acqua luminosa.

Una grandezza solitaria e mistica come in una città morta della Persia o dell’India.

Il canale è come un fiume santo ove al tramonto sieno state sparse le ceneri dei roghi.

Non s’ode voce, né tonfo di remo, né remore alcuno. La vita sembra esalata da secoli.

La luna insensibile contempla una