Pagina:D'Annunzio - Notturno.djvu/446

434 notturno




La Sirenetta mi porta uno strano libro di musica e non mi vuol dire dove l’ha trovato.

È scritto a mano, è scritto da una mano leggera e volante, rilegato in una cartapecora giallastra che sembra pastiglia impressa. Ma non debbo leggere.

Sul rovescio della legatura è scritta a mano questa sentenza: «Ignavia est iacere ubi possis surgere.»

È una rampogna al giacente, che prende suono da una bocca pietosa?

Palpo le pagine. La carta è fine e molle, simile a una foglia che cominci a consumarsi per i margini.

La Sirenetta mi dice che è una intavolatura di liuto, una raccolta di arie per liuto; e mi legge i titoli: