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non può illuminarlo se non la magìa. Perché un Testore ti sceglie l’alberaccio soffice che s’imbeve sùbito di suono, e il suono gli circola dentro continuo come una linfa arida? E perché invece un Guarneri del Gesù non dà grande importanza alla scelta, sentendosi capace di mutare qualunque legno con la sua influenza misteriosa? Ecco un vero poeta occulto. Non lavora se non per ispirazione. Ti taglia nella faccia del violino due effe imperiose, due effe prepotenti; e la faccia vive, esprime, favella, è impaziente di cantare.

Quale è dunque l’influenza delle effe sul piano armonico? Le effe del Gesù non somigliano né a quelle dell’Amati, né a quelle dello Stradivario, né ad altre. Come fece a trovarle?

E non è mago quel Gennaro Gagliano il Trasparente, che scaglia alla gola della Musica le sue piccole tigri striate?»