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legno dell’arco e quello dello strumento non ci può non essere una rispondenza vitale. La fibra del legno, non piegato a fuoco, trasmette immediatamente l’intenzione della mano. Ecco un «Tourte» nervoso, con la bacchetta ottagonale, col tallone d’ebano, con l’occhio di madreperla. Eccone un altro con la bacchetta tonda fasciata di cuoio nero impresso a piccoli ferri, col tallone di tartaruga scura, con l’occhio d’oro.

Ecco un «Dodd», inglese, che ha un’altra grazia o forse non ne ha, con la sua fasciatura di balena, col suo tallone d’avorio, col suo pometto ottagono d’avorio e argento.

Ed eccone uno senza nome e disadorno, anzi poverello, un vero arco francescano da Cantico delle creature, che di buono non ha se non il colore rossobruno del suo legno intonato col mio Guarneri.

E solo questo, non si sa perché, conviene al mio violoncello; e solo