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pelle più preziosa e più sensibile della loro.»
Così parla l’artigliere emiliano vestito di grigioverde.
«La pelle della donna mangia la vernice. Ho veduto a Nizza uno Stradivario spoglio in gran parte dal braccio nudo e dalla scollatura della violinista.
Invece a Ferrara ho veduto un altro Stradivario dentro una campana di cristallo. È uno dei primi, amatizzato. Quasi tutto il suo legno è in polvere, ma la sola forza della vernice lo tiene insieme. E mi ricordo che avevo paura di respirare, davanti alla reliquia.
Chi può dir qualcosa di sicuro in materia di vernici? La rossa? la gialla? Per essere tanto invitta, quella deve avere in sé polvere di diamante.»
Io ho la mano su la spalla del violoncello mentre l’artigliere lo regge per la tastatura seduto. E quel ch’egli dice sembra che, per giungermi al-