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nella cavità, sotto il braccio teso dalla volontà immortale.


Il cadavere di Roberto Prunas, gonfio e bianchiccio, s’è arrestato contro uno sbarramento di torpedini. Sta sospeso e oscilla, macerandosi nel suo gabbano come in un sacco slegato.

Nessuno scriverà su quella tomba marina il suo nome.

La marea sale, la marea scende. La luna cresce e poi si logora.

Ma il sonno anche stanotte è un dio inconciliabile come il suo fratello nero.