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358 notturno


Non suonano per me se non gli addii, se non i commiati, se non le separazioni, se non le rinunzie, se non le condanne.

Mi portano via tutto quel che di dolce può ancor nascere in me, tutto quel che in me può ancóra somigliare a un bene segreto.

M’indugio in un sogno, e il suono delle campane me lo rapisce e disperde.

M’indugio in una speranza, e il suono delle campane me la toglie e distrugge.

«Io farò questo.»

«Tu non lo farai.»

«Io riescirò a questo.»

«Tu non riescirai.»

«Riavrò la forza la volontà il coraggio.»

«T’illudi, t’inganni. La tua favola è compiuta.»

«Allora voglio morire.»

«Morrai vivendo.»

Ed ecco che il suono eguale, senza