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È gonfio. Il sale gli macera le bruciature.


Vedo quella misera larva lungo il muro e quel corpo freddo voltolato dalla corrente.

Luigi Bresciani riposa nel letto funebre, sotto la coltre.

Il mio fascio di fiori gli sta sopra i piedi congiunti.

Lo sciacquio contro il pontile, che ascoltavamo vegliando il nostro povero compagno, egli non l’ode più.



Mi sono svegliato all’urto del cuore scoppiante e ho sentito contro il mio gomito destro un’asse dura.

Chi ha portato qui la bara del mio compagno? Muovo l’altro gomito, e sento lo stesso ingombro, e non può essere se non la bara dell’altro mio