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notturno 353

è bagnata dal pianto, da un riflusso di pianto.


Dov’è Roberto Prunas nell’alta notte? Fin dove la corrente voltola il suo cadavere?

Ecco che la corrente notturna viene verso di me e me lo porta fra due acque.

Vedo il suo viso olivastro invecchiato da due profondi solchi che gli contornano la bocca sottile.

Aveva la faccia d’un pastore sardo scavata dal tedio e dalla riflessione. Usava l’ironia, talvolta l’arguzia, ma la sua maschera era come quei paesi solcati da torrenti aridi in attesa di piene subitanee. I solchi delle lacrime erano scolpiti nelle gote fin giù al mento. E pareva che da un attimo all’altro dovessero riempirsi.

Stanotte è solo nel mare, sperduto nell’immensità sorda.

Forse una torpediniera a fuochi spenti gli passa sopra.