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notturno | 351 |
in non so quale casa del Campo di San Maurizio, qui presso. È sola, povera, senza più nulla.
Che fa in quest’ora? Non può vegliare il suo amico. Il cadavere è a Sant’Anna, nella stessa camera mortuaria dove io vegliai per tre notti Giuseppe Miraglia.
I marinai fanno la guardia come allora.
La grande bandiera navale copre la parete.
Chi mi ha detto che il viso non è scoperto perché tutto bruciato dallo scoppio dei serbatoi?
Come Giuseppe Miraglia, come me, ha l’occhio destro ferito.
Tutto il lato destro è contuso, rotto.
I ceri oscillano e si struggono nel mio cervello, come allora.
Vedo la povera creatura vedova scivolare di continuo per la calle della rivetta, lungo il muro corroso del giardino.