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340 | notturno |
zai dall’aver sfiorato con le labbra il cadavere di tre giorni e ti vidi senza colore, ti vidi con quella tua bocca convulsa di bambino, e piegai la faccia su la tua spalla e singhiozzai con te.
Se tu fossi rimasto ancóra, se tu avessi lasciato andar via Roberto Prunas e fossi rimasto ancóra un poco, solo con me, certo avremmo veduto riapparire colui che amammo a gara; ed egli sarebbe stato in piedi fra il mio capezzale e la tua sedia.
Perché avevi tanta fretta?
Ti aspettava la tua piccola amica che io non ho mai conosciuta, in quella tua casa del sottoportico Barbarigo dove io non son mai venuto?
Ti aspettavano i tuoi cani, che una sera di decembre ti annunziarono a me e a Beppino mentre eravamo tutt’e due soffermati dinanzi al bassorilievo di Zara in Santa Maria del Giglio?
Ti aspettava la tua musica, che