Pagina:D'Annunzio - Notturno.djvu/318

306 notturno




Quanta vita, quanta rossa vita è ancóra in me!

Il mio dolore è pieno di sangue. I miei sogni sono pieni di sangue. Ogni mio pensiero ha un peso di sangue.

Talvolta in me repugnante il mio passato sanguina come un macello ingombro di bestie squartate e appese.

Scrivo la mia passione col sangue. Come il modellatore ha la creta sotto le unghie, io ho sotto le unghie il sangue risecco.

C’è là, su la piccola tavola dei farmachi, tra la fiala gialla dell’atropina e il rotolo delle fasce, la bacinella che rosseggia; e nel rosso brilla un sottile strumento d’acciaio.

Le imposte dell’ultima finestra, laggiù, sono socchiuse.