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notturno 299


O mio Maggiora, dove sei? Sei alla Mandria? sei alla Veneria reale?

Ricominci a vivere e ad ardere?

E perché stasera non sei al mio capezzale come io ero al tuo, in quella notte di ottobre, in quell’ospedale numero 71 dell’Isola Morosina?

Te ne ricordi?

Non volevi mai cessare di dirmi la tua gratitudine, a me che mi sforzavo di non cadere in ginocchio e di non baciarti le mani.

E c’era, lì accanto, il sottocapo Corsani; che anch’egli, come te, pensava sempre ai suoi pezzi. E gli avevano portato via l’occhio destro dall’orbita. Ed era bendato come sono io ora. Ed era così sereno e così dolce che ora mi fa vergognare.

Te ne ricordi?

E c’era anche Uroni, quello del filo; ed era in pericolo, e non pensava che alla batteria, e si raccomandava e supplicava per ritornarci;