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notturno 17


Ella porta via la lista che suona come una foglia di palma.

Silenzio.

Gli istanti mi sembrano eterni, battuti dal cuore sbigottito.

Ascolto.

Dall’altra stanza, la voce melodiosa legge senza pause le parole che certo le sembrano sibilline; «O sorella, perché due volte m’hai deluso?»


La prima volta ella di poco sopravanzò la gloria nell’uccidere il mio compagno che s’era con me giurato pel viaggio senza ritorno.

La seconda volta, con un gioco fatale di ore, ella donò a un altro la bella sorte a cui quegli medesimo m’aveva designato riconoscendomene degno per diritto divino.



Un angelo o un demone della notte soffia su l’incendio chiuso del mio occhio perduto.