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notturno 275


Aguzzo la vista per scoprire in fondo all’oscurità il segnale di terra che fu convenuto. Non si vede ancora nulla.

Scendo per le due scalette, e vado verso poppa, lungo la fila delle torpedini, scavalcando i marinai accosciati. Da poppa si scorgono le masse cupe degli altri cacciatorpediniere in linea.

Ecco, a un tratto, il segnale, in direzione di prua. Ci avviciniamo al luogo dell’azione. Tutte le volontà si tendono. Ci dev’essere stanotte Luigi Rizzo alla Mula di Muggia.

«Di prua si vede il fanaletto di Muggia. Lo vedete?»

«Sì» rispondono i megafoni neri nel nero.

E, dove quel sì suona, tutto il mare è di Dante.

«Proseguite secondo le rotte e gli intervalli stabiliti, a miglia otto sino al traverso del canale, e poi a miglia sei.»

Le prue mi fendono il cuore stellato.