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notturno 271

rotti dall’Armata dei Veneziani e dei Fiorentini.

Si tratta d’un meraviglioso gioco, che durerà fino all’alba.

Il guardiamarina ha messo tra i suoi denti bianchi la sua foglia odorosa, mentre si lega intorno al collo il collare nero che poi gonfierà col suo fiato.


Siamo pronti. Si salpa.

Il cielo sul nostro capo è pieno di fumo e di faville.

Lungo il bordo, dall’una e dall’altra banda, le enormi torpedini nelle loro gabbie di ferro riposano sopra le selle sporgenti verso l’acqua.

I lunghi siluri sono volti all’offesa, protetti dai loro tubi, con le loro teste di bronzo cariche di tritòlo, simili a bestie in agguato.

I marinai con in capo le cuffie stanno aggruppati presso i cannoni dalla culatta aperta.

Tutto lo spazio è ingombro d’armi,