Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
224 | notturno |
scuro che sembra nero. E le pecchie ronzano. M’inseguivano, dianzi. Perché i giaciuti più scuri odorano più forte?»
Un nulla mi turba e mi sconvolge.
In certe ore sembra che tutte le relazioni e tutti i rapporti cèssino nel mio spirito senza lasciare ombra di vestigio. Divento una materia non governata da nessuna legge stabile, soggetta a trasmutamenti subitanei che spossano o esaltano il corpo quasi direi transustanziato. Sento circolare nella sfera dell’occhio le forze più varie e più discordi. Il flusso e il riflusso primaverile mi attraversano come una vicenda di maree cariche di orrori e di tesori innaturalmente accelerata.
La donna s’accosta. Odora di giardino grondante.
Le chiedo se abbia tuttavia fra le dita il vischio dei giacinti.
«Oh no!» risponde con una voce sùbita e vivida come il rossore.