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220 | notturno |
e la musica del suo canto. E soltanto così comprese l’ebrezza di San Francesco nel Cantico delle Creature. Né poi ebbe più memoria di quelle parole e di quella musica.
«O allodola, ai tuoi trilli non basta il giorno intero!»
La parola del poeta orientale mi torna nel cuore come una melodia straziante. E penso all’inno sconosciuto del mio compagno sepolto.
Non so se io abbia più sete di acqua o più sete di musica o più sete di libertà.
Sento il sole dietro le imposte. Sento che c’è un’afa di marzo chiara e languida sul canale. Sento che è bassa marea.
La primavera entra in me come un nuovo tossico. Ho le reni dolenti, in una sonnolenza rotta di sussulti e di tremori.