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notturno 217

trapposto al tono affievolito del motore; la folle smania del canto.

«Accensione lirica, radiatori freddi»feci balzando dalla fusoliera su l’erba di Campofòrmido.

E avevo fame.


Il 27 dicembre, dopo la morte di Giuseppe Miraglia, venne a visitarmi Giacomo Boni.

Ricevuta la notizia in viaggio, era accorso, senza sostare a Grado dove appunto doveva ritrovarsi con Beppino, se fossimo tornati dall’impresa di Zara, per eseguire dall’alto ritratti del paese battuto dalle antiche invasioni barbariche.

Lo rivedo accanto al camino vivace, seduto nella poltrona dove soleva sedere il compagno scomparso. Lo rivedo con quel suo viso dolce eppure accigliato, con quel colorito acceso tra il pelo grigio, come certi Procuratori del Tintoretto. Rivedo