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216 | notturno |
Il pericolo opera liricamente su me. La mìa poesia è sostenuta dal mio coraggio; e non soltanto nella guerra ma — se considero le grandi ore della mia vita trascorsa — anche nella pace, anche nel tempo di già, durante il culto dell’aspettazione, quando foggiavo le mie ali e le mie armi.
Non mi sono mai sentito tanto pieno di musica come nelle pause della battaglia.
Ripenso il ritorno dall’incursione aerea su Canale, con Ermanno Beltramo; il passaggio pel cielo di Gorizia, sotto cupole di scoppii bicolori; la discesa involontaria da tremila metri a mille e duecento, inebriante come l’ascesa; il mutuo cenno irridente verso il nemico che non correggeva il tiro; l’incuranza del dolore nella mano destra mezzo congelata; l’impeto musicale con-