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206 | notturno |
Mentre il mio corpo è lavato e profumato a parte a parte da mani pietose, come quello dei morti, mi prende un lieve sopore.
Tutte le apparizioni della notte insonne si sono dileguate nella luce del mattino.
È concesso al mio occhio sinistro di vedere un poco di luce.
L’imposta è socchiusa in modo che non entri il sole, ma laggiù la vecchia seta rosata della parete s’indora.
Ricevo il chiarore su la palpebra nuda insieme con un tepore che non è se non la soavità di quello.
Sento stropicciare le mie ginocchia dimagrite. Le sento levigate come quelle delle statue sepolcrali.
Il sonno che l’equinozio di primavera mi porta è come il sonno di