Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
notturno | 183 |
una volta il focolare di tutte le fedeltà per la tenda esposta a tutte le tempeste? Perché il mio amore del destino vinse il mio amore filiale?
Ella aveva ripreso con una divina levità sopra le sue ginocchia la mia testa che tanto è grave, e m’aveva rifatto fanciullo sonnolento. Io tacevo, ella taceva; e intorno a noi tutte le cose famigliari sussurravano. E mi davano tanto bene e tanto male. E nessuna cosa al mondo mai mi aveva dato tanto bene e tanto male. E così chinato guardavo al limitare del balcone una cavità nella pietra consunta, già cara alla mia infanzia quando negli scrosci si riempiva d’acqua piovana e io attendevo palpitando che i passeri venissero a dissetarvisi come a un beverino senza sospetto. Era asciutta; e ne soffrivo. E le dita di mia madre a quando a quando mi sfioravano la gota. E pensavo che così facesse per sentire se