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160 | notturno |
pidamente sorriso. L’occhio è perduto? «Io ho quel che ho donato.»
Tale era l’attitudine, tale era la parola che conveniva alla natura dell’offerta e dell’offeritore.
Qualcuno nella stanza attigua legge non so che, ad alta voce. Ho inteso frusciare il foglio, ma non seguo le parole se non a tratti.
Ho il capo più basso dei piedi, i piedi congiunti, i gomiti contro i fianchi, la bocca aperta e arida, il cuore ambasciato. Comincio a intorpidirmi nel mio sudore penoso.
Odo il nome di Patria; e un gran brivido mi attraversa.
Odo di nuovo il nome di Patria; e il medesimo brivido mi passa per tutte le midolle.
Dal mio torpore, dal mio sudore, dal mio patimento, dal mio tedio,