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notturno 101


Credo che non potrò più amare i fiori. Sono avvelenato da questo lezzo di sepolcro.


Ho la testa vanita. Trasogno. Dimentico la sosta nel cortile dell’Ospedale.

All’uscire dalla Cappella, il regolatore della cerimonia, il comandante Valli, arresta i due feretri in mezzo alla corte.

Vedo un quadrato d’uomini. Gli accompagnatori si dispongono a torno. Vedo gli Ammiragli, i Generali, gli ufficiali, a capo scoperto. Il fratello è accanto a me. C’è un gran silenzio. Che si aspetta?

Mi guardo intorno, e vedo occhi che mi guardano. Che si deve fare?

Il comandante Valli mi s’avvicina e mi domanda se io voglia parlare.

Credo che sono divenuto ancóra più pallido, perché premurosamente mi dice: «No, no, se non può, se non si sente di parlare...»