Pagina:D'Annunzio - Notturno.djvu/111


notturno 99


Si naviga lentamente, per le lagune scolorate che fende la scia pallida, la scia della morte, lungo il canale segnato dai pali.

Le acque son basse, le barene appariscono.

Ecco le mura rossastre che cingono l’isola dei morti.

Mi volto a guardare laggiù il Casino degli Spiriti, gli orti di Tomaso Contarini, i luoghi delle nostre delizie. (Sere d’estate, sere di luna; gondole piene di donne che non eran nostre; malinconia e disdegno.)


Siamo alla riva, siamo sotto un muro di mattoni corrosi, sovrastato dai cipressi.

Si approda.

È come un sogno d’oltremare, d’oltremondo.

Mi ritrovo su lastre di pietra.

Cammino di nuovo dietro la cassa, di nuovo la tocco, la riprendo.

Entriamo nel chiostro, sotto il por-