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notturno 97


Cammino, senza vedere niente altro che il nero e l’oro e i fiori. I fiori di Renata son là, col nastro cilestrino, insieme ai miei.

Si va, si va. Sento la presenza dell’acqua. Camminiamo sopra un tavolato. Dietro di me è l’altra cassa, che incalza.

La lancia parata di nero e argento, col timone coperto di drappo, è contro l’imbarcatoio. Sono su l’orlo. La cassa vacilla, mi sfugge. Non la tocco più. Chiudo gli occhi.

I marinai la calano nella lancia, la pongono là, coi piedi volti a prua. L’altra cassa è collocata accanto.

Poi corone corone corone, una sopra l’altra. È come un sogno, è come uno spettacolo, è come una figura di danza.

Sotto il cielo bigio, il giallo grida, il rosso squilla. Passano, passano di continuo, portate dai marinai, corone senza numero.

Passano, s’imbarcano, riempiono