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Quattro marinai sollevano la cassa con due fasce di canape. Io m’avvicino, metto le mie mani sotto il fondo e sostengo il peso.

Sono sbattuto contro lo stipite della porta, al passaggio.

Usciamo nel chiostro. Mettiamo la cassa sul lettuccio a ruote. Operazione lunga, perché la cassa traballa, non trovando il suo assetto.

Mi chino a leggere la targhetta incisa: il nome e due date. Egli nacque nel solstizio d’estate: 21 giugno 1883; morì nel solstizio d’inverno: 21 decembre 1915: a trentadue anni e sei mesi.


Il lettuccio cammina su le ruote verso la Cappella.

La Cappella è senza bellezza. L’altare è spento.

Non so più vedere, non so più sentire.

Un’ottusità orribile mi fascia.

La coltre nera e oro è posta a coprire la cassa. Un marinaio è ac-