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Così la campagna di Roma col suo severo insegnamento mi confortava a conseguire la mia piena virilità, ad affermare la mia sovranità interiore, a disegnare con man ferma quella “linea circonferenziale di che si genera la bellezza umana„ secondo il verbo di Leonardo. E io mi chiedeva, alla fine di ciascun giorno: “Di quali pensierisi è accresciuto il mio tesoro? Quali nuove energie si sono sviluppate dalla mia sostanza? Quali nuove possibilità ho intraveduto?„ E volevo che ciascun giorno portasse l’impronta del mio stile, si distinguesse per un segno d’arte vigorosa, per un qualche fiero emblema di vittoria, porgendomi la familiarità di Tucidide l’esempio di que’ suoi strateghi che costantemente fanno una bella, e precisa concione,