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Or quali energie avrebbe stimolate in me un tal maestro? Quali musiche mi avrebbe condotto a trovare?

Primieramente mi avrebbe cattivato l’animo per quella eletta facoltà ch’egli possedeva di sentire anche il fascino della bellezza caduca e di distinguere con una qualche misura i piaceri comuni e di riconoscere il pregio che l’idea della morte conferisce alla grazia delle cose terrene.

Puro ed austero quant’altri mai nel ratto dello speculare, egli possedeva tuttavia sensi così squisiti che potevan essere quasi direi gli artefici eleganti delle sue sensazioni.

Non v’era nei banchetti — secondo Alcibiade ottimo giudice — alcuno che sapesse goderne com’egli sapeva. Sul principio del Simposio di Senofonte