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Messomi al conspetto della mia propria anima, io ripensai quel sogno che più volte occorse a Socrate prendendo ciascuna volta una diversa figura ma persuadendolo sempre al medesimo officio: — O Socrate, componi e coltiva musica. — Allora appresi che l’officio dell’uomo nobile sia ben quello di trovare studiosamente nel corso della sua vita una serie di musiche le quali, pur essendo varie, sieno rette da un sol motivo dominante ed abbiano l’impronta d’un solo stile. Onde mi parve che da quell’Antico — eccellentissimo nell’arte di elevare l’anima umana all’estremo grado del suo vigore — potesse anche oggi discendere un grande ed efficace insegnamento.

Scrutinando se medesimo e i suoi prossimi, colui aveva scoperto i pregi inestimabili che conferisce alla vita una disciplina assidua e intenta sempre in