Pagina:D'Annunzio - Le vergini delle Rocce, Treves, 1896.djvu/27


— 19 —

e strapparla di su le palpebre oppresse. Quando io le tendo, il più puro sangue del mio cuore affluisce all’estremità delle mie dita magneticamente.

Io posseggo i due doni supremi che amplificano l'esistenza e la prolungano oltre l’illusione della morte. — Non ho paura di soffrire e sento su i miei pensieri e su i miei atti l’impronta dell’eternità.

Per ciò mi agita questo desiderio di creare, di divenir per l’amore colei che propaga e perpetua le idealità di una stirpe favorita dai Cieli. La mia sostanza potrebbe nutrire un germe sovrumano.

In sogno, io vegliai tutta una notte misteriosamente sul sonno di un fanciullo. Mentre il suo corpo dormiva con un respiro profondo, io reggeva nelle mie palme la sua anima tangibile come una sfera di cristallo; e il