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dano a quella medesima evanescenza. Pure talvolta la mia piccola anima è stretta dentro di me come un nodo. Chi la scioglie e l’assorbe?

Ahi me, forse io non saprei consolare la sua tristezza; ma il mio volto ansioso e muto si volgerebbe sempre verso di lui spiando le speranze rinascenti nel suo segreto cuore. Forse non saprei spargere sul suo silenzio le sillabe rare, semi dell’anima, che in un attimo generano un sogno smisurato; ma nessuna fede al mondo vincerebbe d’ardore la mia fede nell’ascoltare pur quelle cose che debbono rimanere inaccessibili al mio intelletto.

Io sono colei che ascolta, ammira e tace.

Fin dalla nascita la mia fronte porta tra i sopraccigli il segno dell’attenzione.

Dalle statue assise e intente ho ap-