Io non so quale evento sia più triste
di queste rivelazioni fulminee che
fa ai cuori teneri il desiderio della felicità.
Respiravano le virtuose sorelle
nel medesimo cerchio di dolore, premute
dal medesimo destino; e, nelle
sere gravi d’ambascia, a volta a volta
runa reclinava la fronte su l’omero o
sul petto dell’altra, mentre l’ombra agguagliava
la diversità dei volti e confondeva
le tre anime in una sola. Ma,
come il passeggiere annunziato era per
porre il piede su la loro soglia deserta
e già appariva alla loro attesa col gesto
di colui che elegge e che promette,
esse risollevarono il capo con un fremito
e disciolsero le dita avvinte e
scambiarono uno sguardo ch’ebbe la
violenza d’una illuminazione repentina.
E, mentre saliva dalla profondità delle