tra gli stipiti alzati della Porta
Marina dove a vespero s’aduna
102luce fatale dalle pietre assorta,
io sola con l’anelito, se alcuna
ombra d’iddio scorgessi o udissi entrare
105nella foce la Nave e la Fortuna.
Ah, se tanto vegliai sul limitare
terribile, ch’io dorma un sonno lene
108e breve, sotto l’Arco d’oltremare!
Ch’io sogni il greco sogno di Cirene,
sotto l’Arco del savio Imperatore
111sgombro della barbarie e delle arene,
schiuso al Trionfo, mentre dalle prore
splende la pace in Tripoli latina,
114recando i dromedarii un sacro odore.