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Note alla Canzone dei Dardanelli

veneziani e genovesi, erano alla guardia delle torri e delle porte. Quando tutto fu perduto e l’esercito dal sultano implacabile irruppe nella città per dare il sacco di tre giorni promessogli, Costantino spronò il cavallo, nei pressi della Porta Càrsia, contro il folto dei nemici, volendo morire con l’Impero. “Il sangue gli colava dai piedi e dalle mani„ dice Giorgio Phranzes. Secondo Michele Ducas, lo storico dell’Impero d’Oriente, l’imperatore gridò: “Non un cristiano v’ha, che prenda il mio capo?„ Secondo Michele Critopulo, gridò: “La città è presa, e io vivo ancora!„ In quel punto un Turco gli tagliò la faccia. Come Costantino rispondeva al colpo, un altro gli trapassò le reni. Cadde nel mucchio, non conosciuto. Più tardi, avendo Maometto ordinato di ricercarlo, riconobbero i cercatori il cadavere ai calzari di porpora che recavano trapunte in oro le aquile imperiali.

I sovrani e i principi della Chiesa in Occidente, dopo che con sì trista incuranza avevan lasciato abbattere l’ultimo segno dell’Impero bisantino, alla notizia dalla vittoria turca rimasero atterriti; e temettero che i giannizzeri non venissero a distruggere le imagini di Cristo nelle cappelle unghere ed alemanne e che le basiliche romane non fossero mutate in moschee come quella Santa Sofia dove Maometto aveva fatto pel primo il suo namaz su l’altar maggiore!


🙦 Il marinaio barese Vito de Tullio fu ferito a Tripoli nella battaglia del 26 ottobre. Era disceso dalla nave Sicilia con la compagnia di sbarco. Quando giunse la notizia, tutto il popolo della città vecchia passò in pellegrinaggio per la casa della madre; che si chiama Serafina Daddario. Ferito a Bengasi fu il marinaio Luigi Carmineo, tra i primi a sbarcare sotto il fuoco, in una barca gettata dalla nave Amalfi.

Nella parte occidentale della città vecchia, nella Piazza Mer-


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