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DELLE LAUDI - LIBRO


“ch’io mi discalzi presso la fiumana
di Rumia bella1, dove il suo meandro
72nutre l’olivo a Pallade romana.

Ch’io pieghi e chiuda un ramo d’oleandro
in Lebda, nella cuna di colui
75che suggellò la tomba d’Alessandro.

Ch’io m’abbeveri là dove già fui,
non per l’umide argille alla caverna
78onde il Lete discende i regni bui,

ma per l’aride sabbie alla cisterna
di Roma, che nell’ombra una silente
81linfa conserva e una memoria eterna.

Con me, con me verso il Deserto ardente,
con me verso il Deserto senza sfingi,
84che aspetta l’orma il solco e la semente;