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QUARTO - MEROPE


né più da sera battere alle porte
udivo il mio carnefice sagace
57che de’ miei sonni fa torbida morte,

ma sol ruggire udivo la fornace
imperterrita, e come alla battaglia
60era la fronte all’opera pugnace,

e vedevo di là dalla muraglia
la notte costellata d’occhi ardenti,
63d’occhi fraterni. “Su, fuoco, travaglia!

Gloria, fiammeggia! Su, cantór di genti,
con la Vittoria a gara!„ E le sorelle,
66ancor rosse, partivano nei vènti

quando trascoloravano le stelle
sul disperato Ocèano, il selvaggio
69stridendo annunciatore di procelle


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