avevi, incognita. E la man mi trema,
quasi eternassi la mia smania ignava
42celebrandoti, eroe, nel mio poema.
Penso la mano tua che dolorava
cominciando a morire, il ferro atroce,
45l’anima indenne su la carne schiava;
la volontà spietata e senza voce
che ti facea lo sguardo come il taglio
48della piccozza; il piede più veloce
come più duro era il cammino; il maglio
invisibile che schiacciava i blocchi
51enormi, con un tuono ed un barbaglio
di prodigio pel bianco Ade ove gli occhi
seguivano i silenzii oltre i fragori;
54le dighe che rompevano i ginocchi