voi tutti, ardenti della vostra fede
e della vostra febbre nella lunga
147corsia triste, con l’anima che crede
e vede or ascoltate se non giunga
un grande annunzio, sussultando al cupo
150urlo che nella notte si prolunga.
Dante de Lutti forse in un dirupo
giace coi prodi a Derna, e la vendetta
153ride ne’ denti suoi di giovin lupo
come quando a Tobrucca su la vetta
della ruina issava il tricolore,
156più agile che mozzo alla veletta.
E la notte par piena di clamore.
E la corsìa d’occhi sbarrati e fissi
159riarde, e ucciso è il sonno dall’orrore.