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DELLE LAUDI - LIBRO


Re Tibaldo morivasi alle porte
dell’Invitta, Isabella d’Aragona
132sentiva già l’orrore della sorte

imboscata ne’ monti ove risuona
giù per la costa calabra il maligno
135guado che lei travolse e la corona.

E il Nasuto2, il carnefice ulivigno
de’ biondi Svevi, in terra di baldoria
138gli usci franceschi tinti di sanguigno

non si sognava già, né la sua boria
vedeva il lunedì di Risurresso
141e le galere di Rugger di Loria,

quand’ebbe offerto in pegno di possesso
eterno a Monreale il Cor beato
144e in Palermo il Lambello ebbe rimpresso3.


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