Sono sì vasti i cumuli spioventi
che il timone soperchiano dinnanzi
e il giogo cèlano e le corna e i lenti
80corpi dei manzi,
onde sembran di lungi per sé mossi
e tra la polve aspetto hanno di strani
animali dai gran lanosi dossi,
dai ventri immani.
85In fila vanno verso Pietrasanta,
strame ai presepi, ai campi aridi ingrasso.
L’un carrettiere vócia e l’altro canta
a passo a passo.
E tutta la Versilia, ecco, s’indora
90d’una soavità che il cor dilania.
Mai fosti bella, ahimè, come in quest’ora
ultima, o Pania!
O Tirreno, Mare Infero, s’accende
sul tuo specchio l’insonne occhio del Faro;
95ti veglia e guarda con le sue tremende
navi d’acciaro