o un nibbio con aperte ali, e vi fosse
odore di garofalo nel mucchio
per qualche cunzia dalle barbe rosse
60onde il suo succhio
sì caro all’arte dell’aromatario
stillasse fra l’erbame; e resupino
vi giacessi io mirando il solitario
ciel iacintino;
65e scendessi così, tra l’acqua e il cielo
con l’alzaia la Fossa Burlamacca,
albicando qual prato d’asfodèlo
la morta lacca;
e traesse il bardotto la sua fune
70senza canto per l’argine; ed io, corco
sul mucchio, mi credessi andare immune
di morte all’Orco!
Ma cade il vespro, e tempo è d’esulare;
e di sogni obliosi in van mi pasco.
75Su i gravi carri lungo le vie chiare
passa il falasco.