sul braccio curvo
e si svegliò con le tempie
madide, con imperlato 125il labbro, nella calura,
vermiglia come un’aurora
aspersa di calda rugiada
e sorridente.
E io le dico: “O Ermione, 130tu hai tremato.
Anche agosto, anche agosto
andato è per sempre!
Guarda il cielo di settembre.
Nell’aria lontana 135il viso della creatura
celeste che ha nome
Luna, con una collana
sotto il mento sì chiara
che l’oscura, 140pallido s’inclina e muore...„
Ma dice Ermione,
non lieta non triste:
“T’inganni. Quella ch’è sì chiara
è la falce 145dell’Estate, è la falce