come grembi di donne desiate,
sì che al calcar repugna il cavaliere!
25Vanno i cani tra l’èriche leggiere
con alzate le code e i musi bassi,
davanti il capocaccia che gli allena
per mezz’ottobre ai lunghi inseguimenti.
S’ode chiaro squittire in que’ silenzii. 30Il suon del corno chiama chi si sbanda
e chi s’attarda e trae la lingua ed ansa.
Già la virtù si mostra del più prode.
Il buon mastro dell’arte sua si gode:
talor gli ultimi aneliti esalare 35sembra l’Estate aulenti sotto l’ugne
del palafren che nel galoppo falca.
E, fornito il lavoro, ei torna al passo
per la carraia ingombra di fascine:
con la sua muta va verso il canile, 40va verso Oleggio ricca di filande.