Il pino irsuto diede il molle fico,
i narcissi fioriron su i ginepri,
danzò il veltro armillato con le lepri, 220e l’antico fu novo e il novo antico.
Oh maraviglia! Come l’elitropio
al Sol, volgeasi al suono la soave
donna dalla sua porta. E l’architrave
parea sculto da Dedalo il Cecropio
225e lo stipite rozzo una colonna
del Palagio di Pelope l’Eburno,
quando il pastor dicea: “Come l’alburno,
intorno al cuore mi biancheggi, o donna!„
Divenuta più candida nel suono 230ell’era, come il lin nell’acqua infuso.
Sorridea sempre. E la conocchia e il fuso,
la spola e i licci erano in abbandono.
Pe’ capegli repente l’abbrancò,
pe’ suoi capegli come l’uva nera, 235come il folto giacinto a primavera,
come dell’edera il corimbo forte,