O sabbia mia melodiosa,
non un tuo granello di sìlice
darei per la pómice ascosa
28della fonte all’ombra dell’ìlice.
Brilli innumerevole e immensa
alla mia lunata scrittura;
e l’acqua che bevi t’addensa,
32lo sterile sale t’indura.
Il rilievo t’è tanto sottile,
dedotto con arte sì parca,
che men gracile in puerile
36fronte sopracciglio s’inarca.
A quando a quando orma trisulca
il lineamento intercide;
pesta umana, se ti conculca,
40s’impregna di luce e sorride.
Figure di nèumi elle sono
in questa concordia discorde.
O cètera curva ch’io suono,
44né dito né plettro ti morde.