Pellùcide son le mie gambe
come la medusa errabonda,
che il puro pancrazio e la crambe
8difforme sorvolano e l’onda.
Io l’onda in misura conduco
perché su la riva si spanda
con l’alga con l’ulva e col fuco
12che fànnole amara ghirlanda.
Io règolo il segno lucente
che lascian le spume degli orli:
l’antico il men novo e il recente
16io so con bell’arte comporli.
I musici umani hanno modi
lor varii, dal dorico al frigio:
divine infinite melodi
20io creo nell’esiguo vestigio.
Le tempre dell’onda trascrivo
su l’umida sabbia correndo;
nel tràmite mio fuggitivo
24gli accordi e le pause avvicendo.