nella triste sera,
o Ermione,
quale delle Ore marine
ch’ebbero il tuo volto 10e le tue mani e le tue vesti
e la tua movenza leggiera
e ciascuno de' tuoi gesti
e ogni grazia che tu avesti,
o Ermione, 15quale delle vergini Ore
che mansuefecero col solo
silenzio il mar selvaggio
quasi che accolto
se l’avessero in grembo 20come un fanciullo torvo
per blandire il suo duolo
sorridendo,
o Ermione,
quale delle Ore divine, 25con gli occulti beni
che tu le désti,
t’accompagna nel viaggio
di là dai fiumi sereni,
di là dalle verdi colline, 30di là dai monti cilestri?